In una recente intervista pubblicata sul periodico “In forma – Salute” (gennaio 2014) e curato dallo studio Nove Archi di Bologna veniva chiesto al medico – artista quanto segue:
Domanda:
Dott. Garagnani sappiamo che da molti anni si interessa di arte–terapia, Vorremmo sapere quali possono essere, secondo lei, le eventuali indicazioni terapeutiche e se anche i bambini possono trarne vantaggi?
Risposta:
Potrebbe trattarsi di un vero e proprio contributo terapeutico non farmacologico utile nei disturbi funzionali psicosomatici ed anche in campo pediatrico per le capacità creative attraverso lo stimolo delle forme e dei colori.
Domanda:
Allora possiamo stabilire che l’inizio di questa terapia scaturisca dal rapporto che s’instaura tra il fruitore e l’opera?
Risposta:
Possiamo ritenere che l’artista e il fruitore sono accomunati da un campo energetico ed entrano in risonanza con l’opera. Possiamo quindi provare grande emozione anche con un’opera eseguita da un autore sconosciuto o comunque non famoso. La causa risiede nel fatto che se due campi energetici hanno in comune determinate frequenze possono entrare in risonanza. Per questo motivo è importante appendere alle pareti degli ambienti in cui trascorriamo la maggior parte del nostro tempo, opere verso le quali ci sentiamo particolarmente attratti. Non sono quindi indispensabili grandi firme perché si vengano a crearsi quelle importanti reazioni di transfert e controtransfert a carattere terapeutico.
Domanda:
Concludendo ritiene che in seguito a queste osservazioni ripetute possano verificarsi reazioni cliniche favorevoli?
Risposta:
E’ noto che le gradevoli sensazioni migliorino le increzioni dei neurotrasmettitori e facciano aumentare rapidamente il tasso delle endorfine, sostanze capaci di influenzare favorevolmente le nostre difese neurobiologiche.
Infine, possiamo concludere che siamo veramente fortunati poiché viviamo in un paese ricchissimo di cultura millenaria e l’arte nella sua essenza assume indubbiamente un importante ruolo per le nostre capacità vitali.